mercoledì 11 ottobre 2006

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Babbo Natale vol. 2

Mi sono documentata sulle origini e soprattutto sull’iconografia di Babbo Natale, alias San Nicola, S.Nicolaus, con l'evoluzione linguistica S.Claus e sulla sua storia perché effettivamente, in tutte le rappresentazioni “country”, ha il classico aspetto rosso e pacioso.

Perché? Vediamo cosa è successo.

San Nicola di Mira Vescovo (di Bari, dopo la conquista normanna della Puglia) proveniva da una famiglia nobile. Fu eletto vescovo per le sue doti di pietà e di carità molto esplicite fin da bambino. Racconta la leggenda che nella città dove si trovava il vescovo Nicola, un padre, non avendo i soldi per costituire la dote alle sue tre figlie e farle così sposare convenientemente, avesse deciso di mandarle a prostituirsi. Nicola, venuto a conoscenza di questa idea, fornì tre sacchetti di monete d'oro che costituirono quindi la dote delle fanciulle, salvandone la purezza.

Quindi, prima deduzione: i vescovi vestono di rosso e come tale San Nicola è spesso rappresentato di rosso vestito.

Nel tempo Babbo Natale era stato variamente dipinto con abiti blu, gialli, verdi o rossi; nell'arte europea era generalmente alto e macilento, mentre Clement Moore l'aveva dipinto come un elfo in “Una visita da St. Nicholas”.

Haddon Sundblom, pubblicitario di dubbia moralità della Coca Cola, inventò il classico Babbo Natale della Coca-Cola nel 1931 perché la società americana voleva allargare il proprio target di utenza anche a bambini in età scolare e aveva bisogno di un testimonial d’effetto. Il Babbo Natale di Sundblom era il perfetto uomo della Coca-Cola: più grosso del normale, di un rosso brillante, sempre allegro e colto in stravaganti situazioni che si concludevano con una famosa bibita come ricompensa per una dura notte di lavoro passata a consegnare giocattoli. Ogni Natale, Sundblom partoriva un'altra pubblicità, avidamente attesa, raffigurante il Babbo Natale della Coca-Cola.

Quindi, seconda deduzione: dopo le pubblicità della bibita Babbo Natale sarebbe sempre stato un uomo enorme, grasso, sempre contento, con un ampio giro-vita e stivali neri fino all'anca, sempre rigorosamente vestito di rosso Coca-Cola.

Questa è, molto in breve la storia e in entrambe le versioni emergono il colore rosso e il senso dell'attesa (per un regalo o per una nuova reclame)
Il problema, secondo me, non sta nello sconcerto della dissacrazione di una figura religiosa ma in come un’azione pubblicitaria abbia potuto appiattire così tanto la cultura da omologare l’iconografia di uno del personaggi più famosi del mondo. O forse, semplicemente, quello Coca Cola è il modello iconografico più universale, che soddisfa l’immaginario di tutti?

Ho trovato questa immagine:
che mi piace un sacco perché raccoglie le iconografie diverse di Babbo Natale e a ciascuno di noi la libertà di decidere cosa è bello e cosa no.

A me non piace quel bigghiere di CocaCOla in messo alla scena. :)


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