Il cappello del pupazzo
Questo weekend ho poltrito un po’, ho lavorato poco, complice il pranzo in giardino a cui sono stata invitata ieri e una serie di congiunture astrali negative: ho perso il tappo del frullatore e ho dovuto farmi la torta a mano, Tommy era particolarmente rognoso, mia mamma mi ha fatto una logorroica visitina e il tempo è stato un semi schifo.
Ho iniziato un nuovo pezzo, un pupazzo di neve vestito da cuoco, sempre su disegno di Karen, e Giaco (10 anni) mi fa notare, dopo che ho rifatto lo stesso tratto del cappello 10 volte con un risultato misero:”ma tu hai mai visto un pupazzo di neve che cucina? io no...e mi sembra un po’ impossibile perché vicino ai fornelli si scioglierebbe!” – Tradotto: ma sei così scema da dipingere un pezzo di legno con un soggetto improponibile? Lì ho capito che era meglio abbandonare pennelli e colori e fare altro!
Ah, le graziose leggi della fisica; ah, le lezioni di scienze seguite con attenzione e interesse...
ma dove cavolo è finita la fantasia dei bambini?
Giaco risponderebbe: “Nelle carte di magic!”
2 commenti:
Concordo con il bimbo!
già...
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